Thursday, May 07, 2020

*Flap Flap*

Oggi mi sono soffermata su una frase della canzone Di Vino dei Marta sui Tubi.

“20 persone che ami se ne andranno
Ti chiederai se c’entrerà Dio
Oh, non basta un addio. Non basta un addio.”

Ed io mi domando..

“Ma come fai ad andare avanti dopo che hai passato 34 anni della tua vita con una persona e da un giorno all’altro non c’è più?”

Come fai a salutare una persona non sapendo che non la rivedrai più?

Come fai a rendere un rapporto dove non è necessario dire mai addio perché te lo dici tutti i giorni?


Perché ogni giorno è un Lutto.

Quando finisci il caffè del mattino, 
quando finisci le monete per ricaricare la macchinetta, 
quando finisci gli assorbenti e il supermercato è chiuso.

Quando finisci un libro bellissimo,
cambi macchina perché la tua Cliostoria ormai ha fatto storia veramente,
butti via i pantaloni che ormai nel cavallo ci sono solo cuciture,
giri la pagina del calendario mensile,
cambi cellulare (perdendo centinaia di foto che comunque non avresti più cacato),
rompi la tua tazza preferita (e sicuramente è colpa del gatto).

Quando il Metalcamp del 2007 sai che è stata un’esperienza non ripetibile,
quando inizi a lavorare e non tornerai più alle superiori,
quando ti guardi allo specchio e vedi i primi capelli bianchi, 
quando guardi il tuo gatto ingrassare, 
quando rompi gli occhiali da vista,
quando non ci sono più le mezze stagioni.

Quando ti svegli e apprendi la notizia che un amico o un conoscente è venuto a mancare e non potrai più incontrarlo distrattamente per strada lanciando un ciao di cortesia. E ti dispiace che lo sia stato fino ad ora, avresti voluto fermarti e chiedere “come va”. Adesso, però. 
Ieri eri di fretta perché dovevi andare a comprare il burro d’arachidi e non c’avevi cazzi di socializzare.

Quando muore tuo padre e sai che non ci saranno più le cene, i silenzi, gli sguardi di rimprovero, i sorrisi nascosti dalla barba e le affermazioni conclusive di un discorso (che per altro, te le mettevano sempre nel culo).

Ed è il vuoto successivo che lo senti addirittura palpabile, ma non spiegabile.
Lo vedi lì, in un angolo a sinistra del tuo sguardo, un’ombra che ti accompagna quotidianamente.

Lo percepisci quando *flap*
vedi una coppia anziana per mano e sai che non vedrai mai tua madre in quella situazione,
quando fai la moka al mattino, 
quando vedi in giro dei mocassini, 
quando t'imbatti in un argomento di storia e ti scoccia chiedere a google perché lui l'avrebbe saputo,
quando leggi sul giornale, online, in una scheda di morte Istat (se sei un fortunello che per lavoro gli capita di leggere ‘ste cose) che la causa di morte o la data di morte o la data di nascita è la stessa di tuo padre, 
ma anche se non è la stessa l’ombra ti sbatte sull’occhio.

*flap flap*

Quando devi andare a un funerale, 
quando al tuo amico è successa la stessa cosa 10 giorni dopo, 
quando sul calendario capita quel giorno sfigato, 
quando tua madre parla, 
quando entri in casa e ti giri distrattamente per vedere dov’è, 
quando vedi un quotidiano aperto al bar,
quando non hai veramente nulla da guardare, toccare o sentire e comunque l’ombra batte, batte, batte.

*flap flap flap*

Il battito di ciglia scandisce queste mancanze, ogni cosa intorno in un attimo può diventare un viaggio in una terra desolata e arida, dove spesso ci stai pure comodo.

Monday, December 04, 2017

Non crescere

Ed alla fine tutto si riassume nell’estrema necessità di non crescere. 
Di non avere problemi, di non voler affrontare le cose brutte della vita. 
Perché la vita, diciamocelo, di cose brutte ne ha un’enormità.

Un giorno, ti rendi conto di non poter più fare lo sprovveduto, devi abbandonare anche quello che in tarda adolescenza era un lusso: pretendere di esserlo.
Ti svegli in un mondo fatto di atrocità, dolore, guerra, abominio, tradimento e malattia.
La Malattia. Questa sconosciuta che avvinghia, sorprende, sovrasta, inonda, rapisce. 
Da cui non puoi fuggire: non puoi prevederla, non puoi ignorarla.

Ma tu vuoi solo tornare bambino. 
E ignorare. E continuare a farlo. Ed entrare in un circolo vizioso.



Thursday, August 30, 2012

Ma non ci si stufa mai?

Ma le persone non si stufano mai di essere profondamente non se stessi?

Non capisco la corsa all'oro verso uno status #serio #adulto #responsabile #rotturadicazzi
Pensavo, ingenuamente, che essere grandi e vivere da soli desse il vantaggio di una scelta. Una scelta che puoi fare ogni giorno scegliendo le persone da frequentare, i posti dove cazzeggiare, ma soprattutto, fare lo straminkia che ti piace. Il chè può essere anche un tatuaggio o un capello colorato, ma queste scelte non sminuiscono il tuo status di #adulto #responsabile #stracciacazzi.

Evidentemente lo stereotipo di adulto responsabile è impermeabile al tempo che corre, alla mentalità aperta e al ragionamento razionale. Ok, tempo o non tempo, anche questa generazione fatica a incamerare questi concetti.  That's a pity.

Poi quale diventa il problema in soldoni? Le persone rincorrono gli stessi identici sogni e ideali da quando l'uomo è sulla terra. Amore, Famiglia, Figli, Lavoro fisso, Pensione, Morte.
Ma non ci si stufa mai di tutto questo? Voglio dire, la vita corre sempre sugli stessi soliti (idioti) binari ma non è detto che tutti debbano andare nella stessa direzione, poiché nessuno è uguale per definizione all'altro, a quest'altro magari non va a genio la tratta Milano-Venezia. Però se la fa andare bene e perché?
"perché va fatto così" "perché mi è stato insegnato così" "perché non ho altre cose da fare"

E poi BAM. Ecco che arriva #divorzio #tragediafamiliare #bambiniaffidati #Morte

Ecco si, forse sono usciti un po' troppo dai binari, ma perché hanno percorso la strada di un altro per troppo tempo. Forse non è ora di svegliarsi un po'? Forse non è ora di tirare giu quella cazzo di leva del freno di emergenza? E' LI APPOSTA.

Sunday, June 10, 2012

Wittgestein docet

Volevo scrivere qualche solita cazzata che mi passava per la mente, poi però mi sono ricordata che oggi ho comprato un libro che avrebbe potuto rispondere alle domande che mi stavo facendo.

Quindi, prima lo leggo.

Friday, May 25, 2012

La città, grande invenzione

La città. *sospiro gratificante*

Dopo aver vissuto quasi tre anni al di fuori da ogni contatto cordiale con i commercianti, mi trovo ad amare ogni singola parola scambiata durante il mio tempo libero con gli sconosciuti.
Oggi, svegliata con il mal di testa, la stanchezza e la voglia di cazzeggio, mi appropinquo in direzione tabaccaio.
Il mio piano era: esco, compro le sigarette, corro a casa con caffè, biscotti e ketoprofene.
Invece, spinta da un moto di novità, mi dirigo verso il supermercato biologico e acquisto, deliziata, qualche ciliegia e il latte di mandorla in confezione "billy". Un succo di latte.
I miei piedi proseguono e vanno verso il punto "Ecosmile" dove ho acquistato un fantastico spray milleusi per tutte le superfici.
Tutte queste cose, messe così, sembrano banali, scontate, come se descrivessi una mattinata povera d'impegni di una casalinga con tre figli. Invece, è qui il trucchetto. Cosa puoi trovare invece in provincia?
Nei miei tre lunghissimi anni passati lontano dalla civiltà (concedetemelo, vi prego) mi sono accorta di molte cose. Innanzitutto più ti allontani dalla città e più la gente diventa burbera e diffidente. Non ci sono mai novità, non troverò un brico di latte di mandorla, non acquisterò un detersivo ecologico e non troverò una ragazza con cui parlare della coppetta mestruale (ok, questo non succede spesso nemmeno in città).
L'elenco proseguirebbe... però il fulcro del mio discorso è che oggi, stavo male e non volevo uscire.
Se non avessi abitato qui, non sarei uscita.
Se non avessi abitato qui, non avrei continuato a camminare.
Se non avessi abitato qui, ora sarei triste.

Thursday, May 24, 2012

Nervosismo Cronico Mattutino


Oggi sono stata onesta. Ho provato a non esserlo, veramente.
Ero in questa stanza, in attesa di ricevere per le mani "la scrittura privata" (o volevi un contratto vero e proprio?) insieme alla Paola Marella della situazione e una vecchina adorabile.
Ho passato 15 minuti buoni a far finta di nulla, a non ascoltare quella miserabile vocina che languiva nella mia testa. Ce l'avevo quasi fatta, dannazione. E invece... appena mi si è presentata l'occasione di parlare... "Guardi, sarebbe tutto giusto, se non che... sono 350 euro e non 300."
Oggi, non mi sono sentita bene. Le altre volte mi tronfiavo della mia onestà, una delle poche cose positive che ritenevo di avere. Oggi mi sono sentita una sfigata. Perché? Perché sono fottutamente italiana.
 Perché poi cos'è successo? La Marella si è intascata 50 euro per aver scritto al computer quattro righe, in nero ovviamente, e la vecchina adorabile trottava verso la Conf Agricoltura a causa della sua MICROSCOPICA azienda.
 *sbrufff*
Sarà una cazzata, ma insieme all'onestà, anche la diligenza nel lavoro fa essere tristi. "Ah, solo questo?" oppure "Tranne a te e a te, non vi serve, non sapete usare il programma." Oggi più degli altri giorni, forse influenzata dal nervosismo cronico mattutino, mi sono resa conto che se non faccio qualcosa d'importante (per me o per gli altri) mi sento una cacchetta*.

*cacchetta: mi sento incredibilmente inutile e calpestata ahah

Dopodiché, fatti puramente casuali hanno trovato collocazione nella giornata di ieri/oggi che hanno inesorabilmente contribuito al mio nervosismo. (comincio a pensare che sia veramente cronico)
Guardo una puntata di New Girl (telefilm divertente e stupidissimo) e una frase attira la mia attenzione "Se gli altri vanno a farsi un bagno nel mare, io sono quello che guarda i portafogli perché non so se l'acqua è calda".
Apparentemente una delle solite frasi, ma poi ricordo di aver visto e sentito persone che con uno schiocco di dita hanno avverato (?) i loro sogni. La cosa che mi da fastidio non è che gli altri hanno potuto e io no, ma che loro li sapessero i propri sogni. E io no. Certo, c'è da dire che anch'io so quale sarebbe il mio piccolo sogno chiuso nel cassetto della credenza in cantina, però sarà veramente un sogno? O sono io che lo immagino tale perché me lo sono costruito così? E poi, sembra tanto uguale a quello di molti altri. Diventa quasi banale pensarci.
(NO, non è avere una famiglia, nani urlanti in giro, un cane e una staccionata bianca. NO.)
(Sono seria.)

Friday, April 27, 2012

Fu fatta pace

Cosa spinge le persone ad appropriarsi d'immagini e parole che non gli appartengono? Voglio dire, personalmente mi preoccupo con premura e attenzione di non utilizzare parole o riferimenti a cui non sappia rispondere alla domanda "Cos'è? Da dove arriva? Cosa significa?"
Se voglio usare una parola di cui non conosco il significato, dizionario alla mano e m'informo prima d'infilarla in una frase. Essere forbiti non è lo scopo, ma almeno usare le poche (si, molti ne hanno solo poche) parole che si conoscono per formare una frase corretta.
Voglio dire, non siamo in un paese straniero dove ci dobbiamo sforzare di farci capire in una lingua che non è quella madre, non stiamo morendo di fame e vogliamo chiedere un panino al bar.
Ma nemmeno con l'inglese ormai si hanno questi problemi. Trasliamo tutto e troviamoci catapultati in un mondo fatto d'immagini. Ora, se io voglio incidere il mio corpo con un soggetto che trovo bello, mi curo per lo meno
di conoscerne il nome e il motivo per cui quelle cose sono li e significano quello.
IL MOTIVO, cazzo. Dietro a ogni atteggiamento, azione, parola, c'è un motivo per cui ti curi di agire proprio in quel modo. A maggior ragione fare una scelta che durerà per sempre richiede molto pensiero. Se torniamo ai molti che hanno "poche" parole, capiamo che forse il pensiero è proprio ciò che gli manca.

Da quando la gente ha smesso di pensare? Le interazioni sociali sono divertenti, poiché un individuo, interrogandolo sui suoi interessi, espone e riflette su ciò che piace e fa e vorrebbe fare. Saranno le domande giuste, ma anche in dieci minuti puoi fare in modo di far riflettere una persona. Questo poi si dissolve nel quodiano vivere. La cosa mi stupisce in quanto, io per prima non penso di riflettere un gran chè, ma al confronto potrei eleggermi the New Eraclito.

what's popolo?

Durante il lavoro ho/avevo la possibilità di schiaffarmi le cuffiette e ascoltare musica. Prevalentemente ascoltavo Radio 24, soprattutto quando finivo alle 21 potevo ascoltare La Zanzara dall'inizio alla fine. Recentemente fecero un tour di questa trasmissione e andai a vederla, poiché adoro spasmodicamente i conduttori. Piccola parentesi, nonostante Cruciani sia un bel pezzo d'uomo, Parenzo è rimasto il mio eletto.
Il lato negativo di tutto ciò è che, se prima ascoltavo la trasmissione per interesse di cronaca e per farmi quasi delle ghignate, ora non riesco più a sopportare gli ospiti. Da quando ho visto quella faccia di culo rispondere con tale insolenza davanti a una sala gremita d'italiani, per quanto la più stracciona fossi io, ho ancora il vivido
ricordo dell'arrabbiatura che mi sono presa. Ho passato due ore e mezza tra la gente con il grugno e l'incazzatura non passava. Il tutto è stato poi ben impastellato con il pubblico presente che all'affermazione "Oh, gli uomini mi fanno schifo" ha applaudito. Questi cravattoni soffocanti che, nonostante il nodo al collo, non persero il posto al buffet gentilmente offerto dalla redazione.
Cosa potevo aspettarmi da un evento organizzato al Centro Porsche?
Italiani medi a parte...Conduttori a parte... Jerry Calà autoinvitato a parte...
Mi fanno schifo. Mi fanno proprio schifo. Ci spiattellano davanti al naso il loro mutuo da 15.000 euro al mese, quando io non li vedo neanche in un anno di lavoro allo scanner in piedi 8 ore al giorno con i turni di notte e le scarpe antiinfortunistiche (ho messo i lacci verdi, almeno sono divertenti).
Dentro di me ci sono sempre stati due motivi fondanti che mi hanno portato alle scelte politiche intraprese: l'ignoranza (mia) e lo stipendio (loro).
Ecco, purtroppo devo ricredermi anche sulla prima, è sempre loro. Anche l'ignoranza.

Wednesday, April 18, 2012

Mockumentary - part II

Spesso credo di aver sbagliato percorso di studi, già al
primo anno avrei dovuto riflettere su quel che facevo
perché avevo già le risposte.
Evidentemente, non avevo un lavoro talmente noioso
da permettermi di riflettere a sufficienza sul presente,
oppure ero solo una scema/adolescente/sprovveduta.

Non ho mai considerato l'Istituzione scolastica una base
solida per poter vivere serenamente e trovare lavoro e
trovare amici, amore, saggezza.
Ora, invece, mi trovo a pensare che, nonostante tutto,
l'unica scelta intelligente che ho fatto (a parte a sposarmi)
sia stata la scuola superiore. Ed averla finita.

Nonostante il mio sia un lavoro noioso e inconcludente,
lo amo. Ogni giorno ho l'occasione di confrontarmi con
una persona nuova, una da "Generazione Terza Media".
Trovo sorprendente e affascinante come l' "Italiano medio"
sia insoddisfatto del suo lavoro, ma ha uno stipendio fisso,
insoddisfatto della sua vita sentimentale, ma è sposato con
figli, insoddisfatto del tempo a disposizione, ma se ne va ai
Caraibi. MA, tutto sommato, va bene così.

Monday, April 02, 2012

Mockumentary - part I

Per lo più, il lavoro poco impegnativo produce vantaggi notevoli.
Ti permette di goderti la giornata e focalizzare le tue energie in
ben altro di più costruttivo.
Quelle volte in cui il lavoro noioso e mentalmente azzerato, produce
un effetto contrario. Ti permette (ahimè) di riflettere.
Passare 7 ore e mezza, con qualche sprazzo di chiacchiera, a
concentrarsi esclusivamente sui propri pensieri, spesso è interessante
e spesso ti apre un mondo che non vorresti aprire.
Il fatto di per sé è positivo, perché vorrei sapere quante persone
di giorno riflettono veramente su se stessi, sulle loro scelte, sui
loro desideri e sulle cose che accadono.
Proprio perché così poche persone trovo che riflettano seriamente
sul loro presente, passato e futuro, non trovo il gusto del discorso
se non con alcuni eletti. Un tempo pensavo che anche le chiacchiere
più inutili fossero interessanti, invece sbagliavo il punto di vista con
cui affrontavo queste parole.
Perché non era di per sè la chiacchiera inutile a dover essere
per forza interessante, ma la persona con cui affrontavo questa
chiacchiera doveva esserlo. Qui il mio palco crollò.
Poiché oltre le parole, per lo più noiose, non c'era altro.
L'interazione che si crea in un contesto sociale tra due individui
deve scaturire da un interesse reciproco e che non sia di tipo
fisico, perché altrimenti chi può più dire cos'è interessante e
cosa non lo è?

Senza un'attenzione al dialogo e alle parole scambiate, che senso
ha il dialogo tra due persone?

Thursday, October 13, 2011

Not myself.

Ci sono notti nefaste per il riposo del guerriero.
Spesso ci si ritrova ad occhi sbarrati osservando quello che pensiamo ci sia dietro l'oscurità.
Riaffiorano alla mente gesti e parole della giornata, che involontariamente abbiamo fatto e pronunciato ed ora ci chiediamo perché.
Spesso, mescolati a questi freschi ricordi di un passato poco passato, troviamo ricordi dal gusto antico. Momenti vissuti che ritornano alla mente come un fulmine a ciel sereno. Non per forza di connotazione negativa, non sempre a cena si mangia la peperonata.
Poi si arriva a tutto quell'intorcolamento geniale che solo di notte può cogliere. Tutte le possibilità future, incastri sociali, piani architettati ad hoc.
Ma un momento. ECCOLO. IL PENSIERO.
IL pensiero con "IL" maiuscolo, è un pensiero speciale. Quello che viene spontaneo.
Di solito, ci rifugiamo nella nostra mente per poter godere di un po' di egoismo e dare la colpa a tutti gli altri. Coccolarci tra le nostre fantasie. Invece, a un certo punto, affiora questo. IL pensiero. Quel pensiero che, involontariamente, capita tra tutti. Il migliore. Quello dedicato a una persona nel modo più altruistico possibile.
Ricorda un po' le preghiere che vengono fatte prima di andare a letto, dove elenchi tutti i tuoi amici e parenti e speri che capiti a loro qualcosa di meraviglioso.
IL pensiero è proprio focalizzato, sai cosa vuole e speri che gli accada. Fra l'altro, ci metti proprio le tue forze nel pensarlo e sperarlo. Cioè, una cosa proprio sentita eh!
Non capita tutti i giorni, secondo me e vorrei che anche questo aiutasse un po' ... Magari esprimendolo "a voce" forse si attiva qualcosa di più :)

Saturday, October 08, 2011

Aiuto! Siamo invasi!

Nel periodo autunnale, finita l'estate di bagordi, ci si riscontra sempre con la dura realtà. La ricerca di lavoro. Purtroppo, ogni anno nel mondo, si riversa una quantità di diplomati e laureati che non sanno cosa fare della propria vita e intasano le ricerche di noi poveri disoccupati con esperienza alle spalle e con tanta sfiga attuale.
Ebbene, con l'autunno partono i soliti annunci di lavoro mediocri, soprattutto le false aziende. Ma la cosa più interessante è sicuramente la ricerca di Operatori Fiscali del CAAF.
Recentemente ho partecipato anche al corso per il censimento.

Ecco. In questi due eventi si è riversata una quantità di gente impressionante, ma soprattutto INQUIETANTE. Ho ascoltato annoiata e inorridita delle domande a cui anche un cane si sarebbe astenuto dal farle (e non perché sa solo abbaiare, ma perché anche lui ha un'intelligenza MINIMA).
Se prima mi stupivo del livello medio di conoscenza grammaticale della lingua italiana, ora mi stupisco proprio di come certe persone riescano a sopravvivere in un contesto sociale.
Esempio:

Signora: "Ma se io ho un lavoro a tempo pieno come faccio a partecipare al corso?"
Tizio: "Mi spiace signora, è obbligatorio frequentare il corso ALMENO al 70%. E' una condizione necessaria."
Signora: "Ma se io so già fare la dichiarazione dei redditi a cosa mi serve fare il corso?"
Tizio: "Certo, però comunque il corso va frequentato per poter essere selezionato per lavorare nei nostri CAF"
Signora: "Ma posso fare solo i test?"
Tizio: "Signore, deve frequentare obbligatoriamente il corso"
Signora: "Ma io ho un lavoro a tempo pieno, come faccio?"

...Questa cosa potrebbe continuare ore. ore. Si, ORE! Considerate che il corso per il censimento è durato due giorni, otto ore ciascuno. A voi le considerazioni.

Salvatemi dalla gente...

Wednesday, October 05, 2011

Sbraulubaus notturni

E' incredibile come nella moltitudine infinita di cose che pullula in questo pianeta, si riesca a creare scalpore semplicemente chiudendo (anche solo temporaneamente) un sito.
Elencare banalmente tutte le cose oggettivamente "importanti" sarebbe stupido e tremendamente noioso, nonostante abbia l'intera notte insonne davanti a me.
Del resto, è appurato che le cose importanti siano soggettive.

- La perdita della partita della propria squadra del cuore
- La batteria scarica del cellulare
- I simoleon persi per un divano bruttissimo
- Il pacchetto di sigarette vuoto
- Toccare un tavolo sporco

Vabbeh, è noioso anche questo.

Mi domando quando è successo. Eppure con la Valentine tutto questo non è mai capitato.
I Nerd però esistevano anche all'epoca, solo che venivano chiamati secchioni. O meglio, all'epoca forse i secchioni erano i più fighi. Solo nell'ultimo periodo, dove "stupido è fiko", ha assunto un significato negativo.
Rabbrividisco sullo "Sconvolt Quiz" delle Iene, ma ancor di più su facebook "oggi non o fatto nnte". Nel primo caso possiamo avvalerci della possibilità remota che cerchino di fare share...Nel secondo, possiamo solo metterci le mani nei capelli.

Thursday, January 14, 2010

Il sapore della libertà

Chi non ha mai desiderato la libertà?
Certo, si potrebbe citare una marea di aneddoti, storie, racconti, aforismi riguardo alla libertà e tutto riconducerebbe a parole come: sacrificio, fatica, conquista, strada tortuosa, difficoltà, compromessi. Soprattutto, una marea di filosofi democristiani borghesotti cercherebbe per anni il significato della parola, il modus operandi della libertà e la strada per tale salvezza.
Peccato che sia tutto tremendamente soggettivo. Certo è che fasce d'età condividono una certa propensione alla libertà in senso quasi anarchico (e volendo anche l'anarchia è erroneamente giudicata, ma si sa, a quell'età tutto è erroneamente giudicato).
Poiché non m'interessa parlare di tutto questo, anche perché non ne sarei in grado, vorrei esprimere la necessità di un manuale.
Un bel librone denso di schede pratiche, quasi come un libro di cucina, che si possono seguire alla lettera per raggiungere il risultato finale.
Ogni cosa può essere ricondotta a un ricettario da cucina, il problema è sempre trovare tutti gli ingredienti. Il più delle volte ne abbiamo giusto un paio e ci si pone davanti a un dilemma:
vado o non vado al supermercato?
Fosse sempre così semplice! Il supermercato degli ingredienti di vita.
Coraggio, Solidarietà, Trasparenza, Pietà, Carisma, Amore, Amicizia, Vitalità, Energia, Sincerità.
Eppure, il supermercato di cui sopra è il mondo e il mondo racchiude tutta una serie di esperienze che sono in grado di presentarci i nostri ingredienti.
Ma come siamo passati dalle lettere alle e.mail, anche il coraggio o la stima si cerca in qualche offerta online dalle sembianze gratuite e veloci.
Forse anche il manuale è solo una scappatoia rapida per non fare lo sforzo di capire di cosa si ha bisogno. Si, ho deciso che esistono tre tipi di persone:
Quelle a cui non frega niente del pane;
Quelle che fanno il pane con l'impastatrice;
Quelle che se lo fanno in casa.

Sunday, February 15, 2009

Compromesso perpetuo

Ogni mattina mi alzo e faccio il caffè.
Ogni mattina mi alzo e metto il caffè nel microonde.
Ogni mattina seleziono 1:20 sul timer e faccio partire il microonde.
Ogni cazzo di mattina devo decidere a che secondo fermare l'elettrodomestico in modo tale che non compaia un numero pari.

Io odio i numeri pari.
Io odio i compromessi.

Eppure, ogni mattina, devo decidere.
Devo fare un compromesso tra il numero dispari che, sommato, dia un numero pari che non mi stia particolarmente in odio.
Si sa, più alto è il numero, più cifre ci sono, più è facile incappare in un pari.
E così, comincia la mia giornata.

Con un cazzo di compromesso.


..::coming soon::..

Monday, September 29, 2008

Quel fottuto orgasmo chiamato Amore .

Quanto ci metton ole donne a confondere un orgasmo con la più bella storia d'amore della loro vita?


Esattamente la durata media di un orgasmo femminile.


Rintanate nel piccolo silenzio quotidiano, ci si rende conto di quanto si è vuote.
Illuse fino al midollo. Bambine alla nausea.
Il Principe Azzurro non esiste più neanche nella storia "La Bella Addormentata Nel Bosco". L'uomo perfetto è quello con i difetti che si accettano meglio. Un giorno, bimba, ti svegli e ti rendi conto che il supermacho che ti sei scelta, quello che credevi il migliore fra tutti, quello a cui pensi al mattino infilando le mani nei più impuri dei pensieri...è solo un fottuto cocainomane.
Bhè, cosa vuoi che sia.
Al giorno d'oggi è la droga più innocente. Perchè farne un dramma, posso chiudere un occhio.
Alla mattina io ho l'alito cattivo, lui si fa una riga. Succede.


FANCULO.

Monday, September 22, 2008

Friday, July 25, 2008

Una cucina su misura

Il treno è stato perso. Un momento di riflessione?

Ogni tanto succede che bisogna staccare la spina. Per evitare di prendere la scossa, perchè non fuziona più, perchè si sta surriscaldando l'attrezzo, perchè forse bisogna fare così e basta e non ha senso tenerla collegata se l'elettrodomestico non viene più utilizzato da un bel po'.

E se la spina viene staccata prematuramente?
Magari mentre l'elettrodomestico funziona e si ferma di botto...magari perchè qualcuno inciampa sul filo per sbaglio, oppure una cremagliera non funziona più bene.

Ed in questi casi? come reagiamo? Prima di tutto.
Cerchiamo di riattaccare la spina...ma se non funziona più? Ci arrabbiamo. Sbruffiamo. Litighiamo. Ci scusiamo. Ci riproviamo.
Lo teniamo nell'armadio (non si sa mai). Lo portiamo dall'aggiustatutto.

Lo buttiamo nel cassonetto. Subito. Il giorno dopo. Dopo un bel po'. Mai.

Rieccheggiano ricordi di elettrodomestici passati. Ricordi di un passato in cucina che forse è meglio dimenticare. Non sono mai stata brava, nemmeno a fare la pasta. Forse gli ingredienti sono sempre stati malutilizzati o sbagliati.
Confondere zucchero con sale è un GRAVISSIMO errore, eppure si continua sempre a sbagliare le boccette da utilizzare perchè nessuno è così gentile(furbo, onesto, intelligente) da metterci l'etichetta.

Quando la confezione sarà trasparente e con le istruzioni per l'uso, forse imparerò a cucinare.

Sunday, July 20, 2008

Il Sentimento Non è Amore

Il sentimento non è amore,
È solo guadagno di sicurezze.
..perso nell'ombra di una convinzione
Pietrificata negli anni da parole,
Impressioni, voci dipinte sulle tenebre.
Il sentimento non è amore
Pretendo qualcosa in più.
Il sentimento non è amore
Pretendo qualcosa in più.

…il tuo vivere bene si sdoppia a coltellate,
Rassegnato ad animale di gruppo - diventi pietoso.
…il vostro vivere insieme è una malattia forzata,
Tolte le abitudini crollano le soddisfazioni.

Il sentimento non è amore,
È stare in gabbia con un altro. morto.
Il sentimento non è amore,
Ma uno scambio di paure.

…avvinghiato ad un'ombra
Per assicurarti che sei normale.
…chiuso fuori da te stesso
Per condividere la gioia di vivere il vuoto nel marcio.
Contemplarla.
Il mio sentimento non è amore,
Va molto più in là.
Cambia ogni istante,
Non abbraccia nessuno.

*Flap Flap*

Oggi mi sono soffermata su una frase della canzone Di Vino dei Marta sui Tubi. “20 persone che ami se ne andranno Ti chiederai se c’e...